Secondo la tradizione l’inferno viene rappresentato come una voragine sotto la città di Gerusalemme. Un luogo estremo, oltre i confini del mondo conosciuto. Eli Roth sembra aver preso in parola questa antica concezione, mettendosi alla ricerca di un abisso terreno, un oltretomba verde e altrettanto sconosciuto, carico di una natura lussureggiante e mortifera. Un set dove nessun’altra telecamera fosse mai giunta prima.

La morte corre sul fiume

The Green Inferno è stato girato in tre paesi diversi, con troupe del posto e utilizzando delle fotocamere Canon 5D, le uniche in grado di sopportare il calore e l’umidità di quei luoghi.

Dopo New York City, il cast e la troupe si sono diretti al porto di Yurimaguas, in Perù, “un luogo apparentemente senza regole”, come ha ricordato un membro dell’equipaggio di produzione.

Ma la prima, vera sfida fu quella di riuscire a trovare un autentico villaggio amazzonico isolato dalla civiltà moderna. Gustavo Sanchez, il produttore de I diari della motocicletta, accompagnò il regista attraverso la foresta Amazzonica, alla ricerca di un luogo dove fosse possibile allestire un set. Spintosi nel profondo della giungla, ben presto Eli Roth si rese conto di quanto quel luogo potesse essere pericoloso e inospitale.

Eli Roth sul set di The Green Inferno

Nel corso del sopralluogo giunsero nei pressi del fiume “Pongo Aguirre”, che deve il suo nome ad Aguirre, furore di Dio (1972) di Werner Herzog, l’ultimo film che era stato girato in quel luogo. Una realizzazione talmente complicata e spossante che il regista tedesco, pur di impedire che abbandonasse il set, arrivò a minacciare l’attore Klaus Kinski con un fucile.

Il Mondo perduto

Proprio mentre si trovava nei pressi del fiume, Roth avvistò sulla riva una capanna di paglia. La guida gli disse che si trattava di un villaggio isolato e sperduto nella fitta giungla. Una volta raggiunto, il regista si accorse immediatamente di aver trovato il set ideale per il suo film.

Un luogo remoto, isolato, dove la maggior parte degli abitanti non aveva mai abbandonato l’area di Callanayacu, vivendo quasi privi di contatti con il mondo esterno. Accolto con gentilezza e curiosità, Roth decise così di trasformare momentaneamente il villaggio in un set cinematografico. Filmando per la prima volta questa antica tribù della foresta amazzonica.