Così lontani, così vicini. Eli Roth, classe 1972, buona famiglia, bella presenza, ottime scuole. Quentin Tarantino, nato nel 1963 da una ragazza madre che lo educa secondo i liberi costumi in puro stile 70’S. Indirizzandolo verso una lunga e leggendaria gavetta da commesso in un videostore, che lo trasformerà in uno dei più grandi registi di sempre.

Cani arrabbiati (al ristorante)

Il 1992 è l’anno de Le Iene, il film dove Tarantino esordisce dietro la macchina da presa. Un inizio drammatico e sanguinario, grazie al quale il regista conquista pubblico e critica. Il titolo inglese è “Reservoir Dogs”, omaggio dichiarato a uno dei capolavori di Mario Bava, Cani arrabbiati (1974), uscito all’estero con il titolo “Rabid Dogs”.

Nel 1995 Eli Roth presenta la sua tesi al college, un folle cortometraggio che gli valse la vittoria agli Student Academy Awards e una proiezione nelle sale del MOMA di New York. Il titolo è “Restaurant dogs” e ha come protagonista un malvagissimo Ronald McDonald: un corto talmente fuori di testa che lo portò a una passo dalla bocciatura.

 Eli Roth sul set del cortometraggio Restaurant dogs

«Oggi guardo questo film come fosse una vecchia fidanzata del college, che sembrava una grande idea al momento, e dico: “A che diavolo stavo pensando?!” -racconta il regista- Non ho assolutamente alcuna spiegazione per questo: probabilmente tutto quello che amavo a quel tempo l’ho messo in un film. È completamente folle. I miei professori erano totalmente confusi. Alcuni dissero: “Questo non è un film, ma un video musicale” e “Questo non dovrebbe essere promosso”».

(In)Glourious Basterds

Come tutti quelli della sua generazione, anche il giovane Roth rimane folgorato dal cineasta del Tennessee. Condividendo con l’autore di Pulp Fiction un amore sconfinato per lo splatter, il cinema di exploitation e i b-movie, meglio se italiani.

Il regista conosce il talento di Roth grazie a Cabin Fever (2002), un successo strepitoso al botteghino, arrivando a definire il giovane cineasta “il salvatore dell’horror”.

eli roth quentin tarantino

Nel 2006 arriva Hostel, che vede Quentin Tarantino nei panni di produttore. Eli Roth si sdebiterà con l’amico appena un anno dopo, realizzando il finto trailer -rigorosamente splatter- dal titolo Thanksgiving inserito all’interno di Grindhouse.

Il loro sodalizio artistico proseguirà con Bastardi senza gloria (2009), dove Roth, diretto da Tarantino, veste i panni del sergente Donnie Donowitz, meglio noto con il soprannome di “Orso Ebreo”: uno sterminatore di nazisti a colpi di mazza da baseball.

Quel gran pezzo della Fenech

Il trasporto di Tarantino per il cinema nostrano -horror e film di serie B su tutti- è ben noto, soprattutto per la passione quasi feticista nei confronti della splendida Edwige Fenech.

Sarà lui che nel 2007 porterà l’attrice nuovamente dietro la macchina da presa, contattandola per un cameo in Hostel: Part II, secondo capitolo della trilogia di Eli Roth, a sua volta fan sfegatato della bella attrice di origine algerina.

Edwige Fenech e Eli Roth

«Ho scritto quella parte appositamente per lei -ha dichiarato Eli Roth- Volevo proprio che interpretasse il ruolo della professoressa, anche perché la sua parte è stata girata il primo giorno di riprese, e in un certo senso la sua performance ha stabilito il tono di quelle che sarebbero state le riprese nelle giornate successive. Mi è sempre piaciuta moltissimo in questi ruoli in cui esercita una professione, come l’insegnante, la dottoressa, la poliziotta…».