In cerca di una serata alternativa, sei amici decidono di provare una escape room, ovvero un gioco reale in cui, rinchiusi in una stanza, devono tentare di risolvere una serie di enigmi per poterne uscire; senza immaginare, però, che sarà per loro non poco difficile sopravvivere.

È ciò che accade in Escape Room di Will Wernick, horror thriller che Koch Media lancerà in DVD e Blu-ray a partire dal 16 maggio 2019, all’interno della propria collana Midnight Factory.

Ma, prima del film, cosa sapevamo a proposito delle cosiddette escape room?

La miglior difesa è… la fuga!

Innanzitutto, cosa è una escape room? Altro non è che un gioco di logica dal vivo, i cui concorrenti – che possono variare da due a otto – si trovano a dover risolvere enigmi, indovinelli e codici assortiti con un preciso scopo: scovare la maniera per poter uscire dalla stanza nella quale sono stati rinchiusi.

Stanza spesso allestita a tema e che, almeno nei modelli più recenti, attinge soprattutto dal cinema horror, dall’universo delle bambole assassine a quello nightmariano di Freddy Krueger.

Chiaramente, la soluzione deve essere trovata entro un periodo di tempo che, a volte, tocca le due ore, ma solitamente è di soli sessanta minuti, quando addirittura non è di trenta.

Il fenomeno delle escape room è esploso a terzo millennio già avviato, ma, a ben guardare, non pochi ne sono stati i precursori, soprattutto per quanto riguarda i format televisivi a base di puzzle e sfide da superare.

Potremmo citare le serie britanniche The adventure game e Now get out of that, rispettivamente risalenti al 1980 e al 1981, o The crystal maze e la francese Fort Boyard, di dieci anni più tardi.

In principio fu Takao Katoe

Una cosa è sicura: la prima escape room ufficialmente riconosciuta la si deve a Takao Katoe, che, ispirandosi alle avventure dei romanzi e dei manga, nel 2008 cominciò a riempire di oggetti e indizi bar e locali assortiti, in modo che venti persone divise in squadre potessero poi dedicarsi alle soluzioni dei diversi enigmi.

A cominciare dal 2010, poi, poi, altre escape room sono state organizzate a Pechino, Shangai e Singapore dalla SCRAP; fino al momento in cui, nel 2012, Kazuya Iwata, amico di Takao, ha aperto a San Francisco la Real Escape, ottenendo un successo tale che il gioco ha cominciato a diffondersi in altre località degli Stati Uniti, portando altre persone a metterne in piedi analoghi. 

Già nel 2011, però, il fenomeno aveva raggiunto l’Europa, in quanto, tutt’altro che a conoscenza dei modelli giapponesi e basandosi sulla propria esistenza di personal trainer, Attila Gyurkovics ha fondato una franchise che, dall’Ungheria, si è estesa a venti locazioni, fino in Australia.

E, con gran sorpresa, è l’Italia – dove il gioco è arrivato a Torino nel 2015 – a vantare la più grande escape room europea: il Maniac Palace a Milano.

Stanze degli enigmi sullo schermo

Una tematica, questa delle escape room, che, ovviamente, non ha potuto fare a meno di influenzare altre forme di intrattenimento, tanto che hanno fatto nascere perfino giochi da tavolo ai quali si partecipa con mappe, carte assortite e perfino app per il cellulare.

Ma anche il cinema ha, sicuramente, un legame curioso con le escape room, perché, a ben guardare, sebbene il tutto sia nato nel 2008, è impossibile non pensare che abbia attinto dalla Settima arte.

Qualcosa ci dice che uno dei modelli che hanno fornito non poca ispirazione sia Cube – Il cubo di Vincenzo Natali, che nel 1997 mise in scena sei sconosciuti misteriosamente svegliatisi in una stanza cubica e dalla quale, appunto, cercavano di fuggire tra trappole e tranelli.

Come pure un predecessore delle escape room è stato sicuramente Saw – L’enigmista di James Wan, che nel 2004 ha aperto la strada alla popolare saga incentrata sul sadico serial killer Jigsaw, propenso a porre per lo più in spazi chiusi le proprie vittime dinanzi ad enigmi destinati spesso a concludersi con la morte.

Nel 2018, invece, il gioco è stato protagonista sul grande schermo del thriller Escape Room di Alan Robitel, che, però, è successivo di un anno rispetto all’omonimo lungometraggio di Wernick, che ricordiamo ancora una volta Koch Media lancerà in home video a partire dal 16 maggio 2019, nella collana Midnight Factory.