La parola maschera ha un’etimologia incerta: la prima ipotesi la vorrebbe di origine preindoeuropea da “masca” ovvero fuliggine, fantasma nero, mentre una seconda ipotesi deriverebbe dal latino tardo-medioevale: la masca, ovvero la strega.
Il significato intrinseco della parola porta con sé il mistero di qualcosa di celato, oscuro e maledetto.

E’ quindi naturale che la cinematografia e la letteratura horror abbiano più volte sfruttato proprio una maschera caratterizzando così indimenticabili personaggi diventati vere e proprie icone.

Tra le uscite Midnight Classics l’esempio più lampante è Leatherface di Non aprite quella porta e Non aprite quella porta 2, entrambi diretti da Tobe Hooper.

Abbiamo quindi raccolto assieme tutti i villains più autorevoli della storia del cinema horror per darvi qualche suggerimento per i vostri spaventosi travestimenti di Carnevale!

Leatherface

Partiamo proprio da lui, quello che in Italia è conosciuto come Faccia di cuoio o Faccia di pelle, vestito da macellaio e con una maschera fatta di pelle umana. Armato di motosega e sempre pronto a trasformare in pietanze da servire ai propri familiari le vittime che capitano sulla propria strada, è ispirato alla figura del contadino necrofilo Ed Gein. Vissuto nel Wisconsin, a quanto pare, usava costruire arredi per la propria casa utilizzando parti umane.

Sul grande schermo ha effettuato la sua prima apparizione nel 1974 in Non aprite quella porta, cui hanno fatto seguito tre sequel, un remake, una continuazione in 3D del capostipite e i due prequel Non aprite quella porta – L’inizio di Jonathan Liebesman e Leatherface di Alexandre Bustillo e Julien Maury.  

Michael Myers

Responsabile, da bambino, dell’uccisione della sorella maggiore, Michael Myers è L’ICONA horror per eccellenza.
Quando da adulto evade dall’ospedale psichiatrico in cui è stato rinchiuso, torna nella cittadina di Haddonfield per attuare una vera e propria carneficina quando il calendario segna il 31 Ottobre.

Apparso per la prima volta nel capolavoro Halloween – La notte delle streghe di John Carpenter, datato 1978, deve il nome da quello del distributore europeo che diffuse la precedente opera del maestro dell’horror, Distretto 13 – Le brigate della morte.

Il personaggio è caratterizzato in divisa blu da meccanico e stivali neri e indossa la famosa maschera, la cui ideazione e realizzazione avvennero in realtà in modo piuttosto casuale. Come Carpenter stesso dichiarò: “Siamo andati in un negozio di maschere su Hollywood Boulevard, abbiamo acquistato la maschera del capitano Kirk, l’abbiamo colorata con lo spray e ingrandito l’apertura degli occhi.”

Quindi, in un certo senso, dobbiamo alla saga fantascientifica di Star Trek l’immagine di uno dei serial killer più famosi della Settima arte.

Jason Voorhees

Dato per morto da bambino dopo essere stato gettato nelle acque del lago nei pressi del Crystal Lake Camp, vi riemerge al termine di Venerdì 13, film nel quale è la madre Pamela, distrutta dal dolore, a scatenarsi in una serie di episodi di spietata vendetta.

Nel secondo film della saga, L’assassino ti siede accanto (dove compare per la prima volta), Jason indossa un sacco di juta intrecciata con un buco per un occhio, ricordando nel look sia il Joseph Merrick di The Elephant Man che il misterioso omicida de La città che aveva paura.

Ma è dal terzo capitolo, Weekend di terrore, che indossa la celebre maschera da portiere di hockey.
Pare che sul set l’avesse portata il tecnico Terry Ballard per scherzare con gli altri componenti della troupe; mai avrebbe pensato che il regista Miner l’avrebbe notata e scelta per trasformarla nel marchio di riconoscimento di Jason.

La sua fisicità è caratterizzata da deformità e asimmetrie nel volto, tratti che contribuiscono a enfatizzare il senso d’angoscia di fronte ai suoi omicidi efferati. Nel remake del 2009, questa caratterizzazione nei tratti fisionomici è talmente marcata da rendere il personaggio addirittura idrocefalico e con il labbro leporino.

Pennywise

“Lo vuoi un palloncino?”
Bastò questa semplice frase a terrorizzare generazioni di bambini e ad introdurre una delle maschere più famose e spaventose della cinematografia horror:
Pennywise il clown ballerino.

A farlo conoscere al grande pubblico sono state le trasposizioni sul piccolo e grande schermo: l’adattamento del 1990 in una mini-serie televisiva in due parti diretta da Tommy Lee Wallace e la recente trasposizione cinematografica del 2017 diretta Andy Muschietti.

Ma la sua genesi risale al 1986 grazie al romanzo IT di Stephen King, dove lo scrittore ha spiegato che, chiedendosi cosa spaventasse di più i bambini al mondo, pensò ai clown, trovando così la sua malefica creatura, ispirata anche al troll della fiaba norvegese I tre capetti furbetti.     

Ghostface

L’assassino cinefilo della saga slasher Scream, diretta da Wes Craven, è colui che uccide le proprie prede dopo averle sottoposte ad un quiz telefonico riguardante i film dell’orrore.

A differenza di Michael Myers e degli altri, non è un’unica persona, ma ogni volta un diverso individuo che, di tassello in tassello, cambia per poi essere scoperto soltanto nel finale.

La sua è una delle maschere più iconiche, chiaramente ispirata a L’urlo, celebre dipinto di Munch.

Del resto cosa caratterizza meglio la paura, se non una faccia deformata da un urlo?


Non vi resta quindi che farvi ispirare da queste icone horror con la maschera per divertirvi a spaventare tutti durante il carnevale!
Non dimenticatevi di farci vedere da quale villian mascherato vi siete travestiti!