Il 28 settembre è uscito nei cinema l’horror Jukai – La Foresta dei Suicidi. Il film racconta la storia di Sara, una giovane americana che giunge in Giappone alla ricerca della gemella Jess, misteriosamente scomparsa all’interno della foresta di Aokigahara.

Durante il suo viaggio alla ricerca della sorella, Sara si trova a dover affrontare innumerevoli difficoltà, a cominciare dalle inquietanti entità che infestano l’area: gli yūrei. Scopri questi spiriti maligni che popolano l’immaginario del paese del Sol Levante.

Il culto dei morti

Che cos’è uno yūrei? Per scoprirlo è necessario compiere un passo indietro e considerare uno degli aspetti più affascinanti della cultura giapponese: il culto dei morti. Secondo la cultura giapponese, ogni essere umano possiede un’anima: il reikon. Nel momento della morte, l’anima si distacca dal corpo per intraprendere il proprio viaggio verso l’aldilà. Perché questo accada, però, è necessario che il rito funebre sia effettuato nel modo giusto.

Non si tratta solo di seppellire il defunto e rendergli il doveroso omaggio prima della tumulazione. Il rito funebre in Giappone è leggermente diverso rispetto a quello occidentale: sicuramente più solenne. Il corpo del defunto, per esempio, viene curato dalla figura del tanatoesteta, ovvero colui che si occupa della preparazione del morto prima del rito funebre. Se il rito è compiuto nella maniera opportuna, allora lo spirito del defunto diverrà un protettore della propria famiglia, facendogli visita ogni anno ad agosto, in occasione della festa Obon.

Il difficile passaggio dalla vita alla morte

Il passaggio dalla vita alla morte, però, non è così semplice come potrebbe apparire in un primo momento. Infatti, l’anima dei defunti ai quali non viene data degna sepoltura, oppure di coloro che sono morti di morte violenta, non riesce ad ascendere al regno dei morti e si trasforma in uno yūrei.

Lo yūrei è uno spirito maligno, un fantasma che può sia possedere le persone che infestare un determinato luogo. Solitamente gli yūrei si manifestano vestiti con un lungo abito bianco e portano i capelli (rigorosamente neri) molto lunghi. Spesso appaiono avvolti da fuochi fatui di diversi colori che ne rendono ancora più terrificante l’apparizione. Per liberarsi, o per liberare un luogo dalla presenza di uno spirito malvagio è possibile fare due cose: trovare i resti del defunto e dargli una degna sepoltura, oppure ricorrere a un esorcismo.

Varie tipologie di Yūrei

La cultura giapponese contempla l’esistenza di diverse tipologie di yūrei. La diversità di questi spiriti è sostanzialmente determinata dalla modalità della morte del defunto, ma anche dal modo in cui lo spirito maligno si manifesta. Per esempio, lo Hyorei è uno spirito che s’impossessa del corpo di un essere umano, controllandone gesti e pensieri. Invece uno Funyurei è il fantasma di un essere umano (solitamente un marinaio) tragicamente perito in mare.

Poi vi è lo Jibakurei, ovvero lo spirito di coloro che si sono tolti la vita in un luogo e, dopo la morte, continuano a infestarlo sotto forma di fantasma. È il caso degli spiriti maligni che si aggirano per la foresta di Aokigahara, come scoprirà anche Sara a suo rischio e pericolo in Jukai – La Foresta dei Suicidi, al cinema.