Uno pneumatico scoppia su una desolata strada di campagna lasciando a piedi sei studenti universitari impegnati a fare carpooling… ma, a quanto pare, non si è trattato di un semplice incidente e qualcuno è pronto ad attaccarli senza pietà.
È il plot di partenza di Downrange, co-produzione tra Giappone e Stati Uniti diretta da Ryûhei Kitamura e che, a partire dal 9 Agosto 2018, sarà disponibile in dvd e blu-ray all’interno del catalogo Midnight Factory.
La Settima arte, però, non è la prima volta che racconta di viaggi bruscamente interrotti da qualcuno interessato a spargere sangue e violenza; quindi, andiamo a rispolverarne dieci esempi.

A bruciapelo (1963)

Due uomini e una donna, tutti insegnanti in viaggio verso Los Angeles, una desertica strada americana e un pericoloso psicopatico che, affiancato da una silenziosa e stramba compagna, li sequestra all’interno di un’officina fuori città.
Bastano questi pochissimi elementi a James Landis per mettere in piedi in bianco e nero un’operazione di taglio incredibilmente moderno e all’avanguardia prendendo ispirazione dalla figura del serial killer realmente esistito Charlie Starkweather, cui si sono rifatti anche La rabbia giovane di Terrence Malick, Kalifornia di Dominic Sena e Assassini nati – Natural born killers di Oliver Stone.
Mai prevedibile nel costruire lentamente la tensione in uno spazio circoscritto, sebbene abbondi in esterni.   

In corsa con il diavolo (1975)

Sotto la regia di Jack Starrett, Peter Fonda e Warren Oates sono due amici appassionati di motociclismo che, in viaggio in camper insieme alle consorti per una vacanza invernale in Colorado, assistono per puro caso ad un sabba con tanto di sacrificio umano.
Da qui, l’idea di base di Easy rider (non a caso interpretato dallo stesso Fonda) viene miscelata al thriller on the road proto-Duel e ad elementi satanici che possono richiamare il polanskiano Rosemary’s baby – Nastro rosso a New York, con i protagonisti inseguiti e perseguitati dai responsabili della diabolica cerimonia e la continua impressione che sia malvagio chiunque capiti sulla loro strada.

Le colline hanno gli occhi (1977)

Ispirandosi alla famigerata famiglia scozzese Sawny Beane, a quanto pare realmente vissuta nel XVII secolo, il futuro papà di Freddy Krueger Wes Craven prosegue la sua carriera nell’horror – iniziata cinque anni prima tramite il rape & revenge L’ultima casa a sinistra – raccontando la vicenda di una coppia che, in viaggio con i propri figli attraverso gli Stati Uniti per raggiungere la California, nel mezzo di una desertica zona desolata s’imbatte in un gruppo di sanguinari selvaggi e cannibali.
Selvaggi tra i quali spicca il calvo Pluto incarnato dal Michael Berryman divenuto uno dei volti simbolo della celluloide di paura, ma che finisce per rimanere l’unico elemento realmente memorabile di quella che appare in maniera evidente in qualità di noiosa variante del decisamente superiore Non aprite quella porta di Tobe Hooper.
Lo stesso Craven ne ha curato sette anni dopo un pessimo sequel, mentre il francese Alexandre Aja si è occupato nel 2006 di un remake decisamente superiore al modello di partenza.

Death valley – Una vacanza nell’estremo terrore (1982)

In vacanza insieme alla madre nella Valle della Morte, un ragazzino occhialuto entra in possesso di un ciondolo trovato in un camper apparentemente abbandonato ma in cui, in realtà, si trovano tre cadaveri che sono stati lì nascosti dal loro assassino.
Quest’ultimo, chiaramente, si mette sulle tracce del piccolo, mentre uno sceriffo indaga sulle uccisioni e, sotto la regia del Dick Richards che diresse Marlowe, il poliziotto privato con Robert Mitchum, prende progressivamente forma un thriller di routine molto poco memorabile.

The hitcher – La lunga strada della paura (1986)

Thomas Howell è un giovane che sta trasportando una Cadillac Seville del 1975 da Chicago a San Diego per consegnarla al proprietario e che decide di offrire un passaggio ad un misterioso autostoppista dalle fattezze di Rutger Hauer che, però, non tarda a rivelarsi un pericoloso psicopatico.
Ed è da questo semplice spunto che, coinvolgendo anche Jennifer Jason Leigh nei panni di una cameriera destinata a finire nella spaventosa avventura on the road, l’esordiente Robert Harmon mette in piedi un serrato thriller giustamente trasformatosi in un cult degli anni Ottanta, non privo di cadaveri sparsi.
Louis Morneau ne ha firmato nel 2003 il non disprezzabile sequel The hitcher II – Ti stavo aspettando, mentre, quattro anni più tardi, Dave Meyers si è occupato di un irrilevante remake.

Autostrada per l’inferno (1991)

Chad Lowe, fratello del più famoso Love, e Kristy Swanson, ovvero la Buffy ammazzavampiri cinematografica, sono una coppia in viaggio per andare a sposarsi a Las Vegas; se non fosse per il fatto che lei viene rapita da un poliziotto che la trascina negli inferi e che il compagno, di conseguenza, va alla sua ricerca aiutato da un benzinaio.
È l’interessante spunto da cui Ate de Jong costruisce la propria variante al burtoniano Beetlejuice – Spiritello porcello, miscelando horror e commedia a suon di bizzarre trovate e sfruttando un ricco cast comprendente anche Patrick Bergin e la famiglia Stiller al completo.

Jeepers creepers – Il canto del diavolo (2001)

Fratello e sorella stanno attraversando in automobile la desolata campagna americana quando, prima vengono assaliti da un vecchio camion che cerca di buttarli fuori strada, poi si trovano ad avere a che fare con l’ignoto conducente, che non sembra affatto appartenere alla categoria degli esseri umani e che è alla ricerca di qualcosa che uno dei due possiede.
Quindi, sfruttando una iniziale situazione proto-Duel parte come un giallo per poi trasformarsi in un incubo soprannaturale a tinte splatter il quinto lungometraggio firmato dal californiano Victor Salva, destinato ad introdurre un nuovo boogeyman nel cinema horror: il Creeper.
Un boogeyman dal forte retrogusto omosessuale e che, sempre sotto la regia di Salva, è tornato all’opera anche in due sequel qualitativamente inferiori datati 2003 e 2017.

Monster man (2003)

Uno è vergine, l’altro non fa altro che parlare volgarmente di sesso e, in viaggio su una desolata strada fuori città per andare a un matrimonio, vengono improvvisamente attaccati da un enorme monster truck arrugginito che tenta di buttarli fuori strada.
E non si tratta dell’unico aspetto che ricorda Jeepers creepers – Il canto del diavolo, nel corso di un’operazione in cui Michael Davis miscela in maniera efficace splatter e ironia trash, tirando in ballo una popolazione orribilmente mutilata, una bella autostoppista dalle fattezze di Aimee Brooks e una creatura che sembra quasi un incrocio tra il vampiro del kinghiano The night flier e uno degli energumeni della saga Wrong turn.

Hell’s highway (2003)

Anni prima di trasformarsi nel marchio di garanzia per coloro che sono alla ricerca di trash in fotogrammi a suon di squali giganteschi o piazzati all’interno di indomabili tornado, la Asylum ha distribuito questo straight to video diretto da Steve Taylor e riguardante un gruppo di amici che, di ritorno da un rave, si imbattono in una combriccola di psicopatici cannibali.
La fattura è quella dell’ennesima produzione a basso costo che scimmiotta con pochi mezzi Non aprite quella porta e Le colline hanno gli occhi, ma l’elemento interessante risiede nell’aver anticipato in maniera evidente alcuni aspetti poi ritrovati nel remake del film di Craven, realizzato soltanto tre anni più tardi.

Deserto rosso sangue (2016)

 In viaggio in automobile insieme al gangster-fidanzato Nick sulle strade desertiche di una decadente Las Vegas che è stata devastata da un’apocalisse zombesca, una ballerina cocainomane di lap dance rimane sola dopo che il veicolo si ritrova bloccato nella sabbia e incrocia un lento e dinoccolato morto vivente.
Ma, se inizialmente quest’ultimo sembra essere il pericolo da cui fuggire, finisce presto per assumere il comportamento di un forse docile animale domestico che le va dietro con intenti non pericolosi nei suoi confronti, tanto da diventarne il confessore.
Al servizio di un’originale allegoria relativa al ritrovato senso di maternità diretta da Colin Minihan e che tira in ballo anche pericolosi stupratori e, ovviamente, altre salme a passeggio.

Che siate già in viaggio o in procinto di partire, non dimenticate di assicurarvi una copia di Downrange per una vacanza da brivido!
Dal 9 Agosto 2018 disponibile in dvd e blu-ray.